AVIGLIANA (TO), Santuario Madonna dei Laghi, Polittico dell’Annunciazione, Defendente Ferrari e scuola.
Il Santuario si trova sulla strada provinciale 589, nel tratto che percorre la sponda orientale del lago Grande di Avigliana.
Il Santuario deve la sua origine alla devozione per l’immagine della Madonna del Latte, affrescata su un pilone edificato nel luogo dove ora sorge il santuario. Quest’opera viene accostata da alcuni critici, sia pure timidamente, alla cultura artistica di Giacomo Jaquerio.
Nel 1760, per conservare la memoria di questa primitiva immagine, i Padri Cappuccini, la fecero riprodurre dal Boltenan sulla facciata opposta del vecchio pilone (Cesare A. Ponti, Vecchia Avigliana, Storia dalle origini alla fine del XIX sec., Susalibri 2011).
All’immagine si rivolgevano le donne incinte o che allattavano, e quelle che desideravano avere figli; fra queste, secondo la tradizione, anche Bona di Borbone, moglie di Amedeo VI, il Conte Verde, che divenne madre nel 1360 di Amedeo VII, il futuro Conte Rosso.
Verso la fine del Trecento attorno al pilone si eresse un sacello; nel 1622 iniziarono i lavori per la costruzione della nuova chiesa, che dell’edificio originario conservò solamente il presbiterio con l’antico pilone, e fu consacrata nel 1643. La struttura è a pianta centrale, con il vano principale, di forma ovale, su cui si aprono due cappelle laterali e il presbiterio, a sua volta affiancato da due ambienti; dietro il presbiterio fu edificato il coro, al centro del quale, nel 1912, si costruì un nuovo pilone in sostituzione di quello antico. La facciata è preceduta da un pronao con quattro colonne; il timpano e l’arco trionfale sono affrescati. Il campanile, a base triangolare, nel 1765 sostituì quello precedente, demolito perché pericolante.
Negli anni venti del Seicento il Santuario, precedentemente affidato agli agostiniani, passò ai cappuccini; attualmente è retto dai salesiani.
Dai Savoia nel corso del tempo il Santuario fu progressivamente arricchito con le donazioni di pregevoli opere d’arte, tra cui si possono ricordare alcune tele: S. Michele Arcangelo di Antonio Maria Viani, S. Maurizio Martire di Guido Reni, la copia di un’opera di Caravaggio, la Madonna dei Pellegrini, e rappresentazioni di Santi francescani.
L’opera più significativa è il polittico dell’Annunciazione, eseguito verso il 1515-1520 e donato al santuario nel 1581 dal duca Carlo Emanuele I. La scena centrale rappresenta l’arcangelo Gabriele inginocchiato, che reca nella mano sinistra il giglio e il cartiglio con la scritta AVE GRATIA PLENA, e la Madonna seduta davanti a un inginocchiatoio, che si intravvede appena sulla destra; il resto dell’arredamento è costituito da un letto a baldacchino e da una cassapanca. I Santi ai lati, S. Sebastiano Martire a sinistra e S. Rocco a destra, entrambi protettori contro le epidemie di peste, sono raffigurati secondo l’iconografia tradizionale: S. Sebastiano legato alla colonna con il corpo trafitto dalle frecce e nella mano sinistra la palma del martirio, e S. Rocco con la piaga sulla gamba. Sulla predella sono rappresentati tre episodi dei Vangeli: la Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta, la Natività e l’Adorazione dei Magi.
Il polittico è il risultato del montaggio di parti di diversa provenienza, come testimoniano le misure dissimili, rese poi omogenee dalla cornice secentesca, e le differenze nella resa prospettica: i pavimenti dei pannelli con i Santi presentano una fuga prospettica laterale, mentre nel pannello centrale il pavimento è rappresentato frontalmente.
Per molto tempo il polittico venne considerato opera di Defendente Ferrari, ma di recente lo si vorrebbe attribuito ad Amedeo Albini in ragione di una sigla “A.F.” (Albini Faciebat?), leggibile un tempo sul cartiglio retto dall’angelo, prima che questa fosse irrimediabilmente rovinata da un maldestro restauro (Cesare A. Ponti, Vecchia Avigliana, Storia dalle origini alla fine del XIX sec., Susalibri 2011).
I due Santi e la predella sono attribuiti a Defendente Ferrari, mentre l’Annunciazione è stata eseguita da un anonimo pittore della cerchia di Defendente, che ha realizzato sia lavori in proprio sia collaborazioni con il maestro. Un elemento ricorrente nell’opera di Defendente, e che qui è presente nella Natività della predella, è il particolare del Bambino disteso su di un lembo del manto della Madre.
I due artisti hanno in comune aspetti che testimoniano l’appartenenza alla medesima area stilistica: l’attenzione alla resa degli ambienti in cui sono collocate le scene, la stesura cromatica con colori vividi e brillanti, tra cui prevalgono i rossi e gli azzurri, entro i contorni ben delineati delle vesti. Questo rimanda all’influenza, delle scuole d’oltralpe, tedesche e soprattutto fiamminghe, che si è affermata nella produzione di Defendente, dopo che l’artista ha abbandonato la dipendenza dallo stile del suo maestro Martino Spanzotti.
Nel 1652, alla presenza di Carlo Emanuele II e della sua consorte, l’immagine taumaturgica della Beata Vergine dei Laghi è stata solennemente incoronata con un diadema d’argento, ornato di pietre preziose, che venne però rubato nel 1711; l’incoronazione si è ripetuta nelle celebrazioni centenarie del 1752 e del 1852, rispettivamente con un diadema d’oro e con una triplice corona in argento e pietre preziose, che sono ora conservate nel Museo Mariano dell’Ausiliatrice di Torino (Cesare A. Ponti, Vecchia Avigliana, Storia dalle origini alla fine del XIX sec., Susalibri 2011).
Le informazioni sulla storia del Santuario e sulle vicende del polittico sono tratte da N. MAFFIOLI, con la collaborazione di A. CIFANI e F. MONETTI, Il Santuario della Madonna dei Laghi di Avigliana, Avigliana 2011.
Per le immagini si rimanda al sito http://www.santuario-madonna-laghi.org
Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti
Predella del polittico
Altare del polittico di Defendente Ferrari
Vittorio Amedeo Cignaroli, 1787-1798, veduta del Lago di Avigliana con il Santuario della Madonna dei Laghi.