SUSA (TO). Cattedrale di S. Giusto, Tavola dell’Adorazione della Vergine
La cattedrale, consacrata nel 1027, subì già nel XII secolo un primo intervento di ampliamento, nel corso del quale la facciata venne addossata alla cinta muraria. Altre campagne edilizie hanno riguardato l’abside, trasformata in forme gotiche a partire dal 1321; il campanile, coronato con guglie gotiche negli ultimi decenni del XV secolo, le cappelle laterali, la costruzione della maggior parte delle quali risale al periodo barocco.
Infine tra il 1863 e il 1865 un restauro ha nascosto quasi completamente le strutture romaniche, conferendo all’interno l’attuale aspetto neogotico.
La cattedrale ha una struttura a croce latina, che si articola in tre navate divise da pilastri.
Tra tutti gli elementi di notevole pregio presenti nell’edificio si citano gli affreschi del XII e del XV secolo, il coro ligneo, il crocifisso collocato nel Battistero, il trittico raffigurante la Madonna con Bambino, di Jacopino de Mottis, la statua della Maddalena ed il Crocifisso della sacrestia.
Alla sala capitolare si accede dalla sacrestia, nel lato sinistro del transetto.
La scena rappresentata nella tavola di Defendente è ambientata in un interno rustico, limitato a destra da un tronco d’albero che ha la funzione di sostegno del tetto. La Madonna è china verso il Bambino, posato su un lembo del manto della Madre, elemento comune all’iconografia dell’Adorazione. La resa del Bambino è ripresa da una tavola di Martino Spanzotti, parte di un polittico ora smembrato, conservata in una collezione privata e datata tra il 1495 e il 1500.
La rappresentazione è completata da numerosi piccoli angeli, dietro i quali San Giuseppe, inginocchiato, tiene le mani giunte; in secondo piano, a destra dietro un traliccio, compaiono il bue e l’asino. Sullo sfondo una fuga prospettica di architetture in stile rinascimentale termina con un edificio religioso, fornito di una cupola ed inquadrato da un arco, elementi comuni all’Adorazione dei Magi nella Galleria Sabauda di Torino. Squarci di cielo azzurro dominano lo sfondo ed inseriscono una nota luminosa nell’ambientazione della scena.
Dall’influenza della pittura fiamminga derivano l’attenzione con cui è resa la vegetazione in primo piano e la ricchezza cromatica delle vesti della Vergine e di San Giuseppe.
L’esecuzione della tavola viene collocata all’incirca fra il 1518 ed il 1520 e la stessa tavola proviene dalla Certosa di Banda. Restaurata nel 2010.
L’Adorazione è una delle iconografie più ricorrenti nell’opera di Defendente, ed ha il suo prototipo nella cosiddetta Adorazione notturna nel Museo Civico di Arte Antica di Torino, datata al 1510, vedi scheda, che segna il prevalere dell’influenza della pittura nordica, tedesca e soprattutto fiamminga, sui modelli rinascimentali appresi da Defendente durante la collaborazione con Martino Spanzotti, ed un esempio immediatamente successivo a questo nel pannello centrale del polittico della Natività, o Adorazione, nella chiesa di S. Giovanni di Avigliana, risalente al 1511, vedi scheda, mentre uno sviluppo più tardo è la tavola centrale nel polittico di S. Antonio di Ranverso, datato al 1531, vedi scheda.
Le tavole con l’Adorazione hanno uno schema compositivo simile, che varia solo per alcuni particolari, come il numero degli angeli, la posizione di San Giuseppe e la collocazione del bue e dell’asino.
Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti