CAVOUR (TO). Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo Martire, “Madonna del Consorzio”
La parrocchiale di San Lorenzo, a tre navate, fu realizzata tramite la trasformazione di un precedente edificio sacro, che venne riedificato in chiesa parrocchiale dopo le invasioni e devastazioni subite da Cavour da parte degli Ugonotti a fine Cinquecento e, circa un secolo più tardi, ad opera di quelle dell’esercito francese comandato dal generale Catinat.
La nuova Chiesa parrocchiale, che contava cinque navate con sei altari laterali ed era dedicata alla Concezione, venne poi ancora modificata nell’aspetto attuale, in stile basilicale ed a tre navate, con i nuovi restauri iniziati nell’anno 1872. La Chiesa venne consacrata da Monsignor Lorenzo Gastaldi, Arcivescovo di Torino, il giorno 7 ottobre 1874, al diacono e martire S. Lorenzo, così come lo era l’antica parrocchiale extra-muros.
Le principali opere ed elementi di interesse all’interno della chiesa sono:
soffitto ligneo a cassettoni con rosoni dorati, trittico della “Madonna del Consorzio” (sec. XVI), fonte battesimale del secolo XVI con l’arma dei Racconigi, dipinti del Buccinelli, affreschi di Luigi Morgari, stucchi del Brilla e del Sassi, reliquie di S. Valentino (a Cavour dal 1833).
La facciata in ingresso si presenta con un portale barocco, con sei rosoni scolpiti e tre grandi porte di accesso all’interno della Chiesa. Nei vani rettangolari ad esse sovrapposti sono da notare i tre affreschi eseguiti dal pittore Luigi Morgari. Quello di mezzo ritrae S. Lorenzo mentre presenta al governatore romano le proprie ricchezze, ossia l’ingente moltitudine di poveri che egli sollevava dalla miseria con le sue elemosine. Il secondo, alla sinistra di chi guarda, rappresenta l’Angelico Beato Cherubino d’Avigliana in un momento di contemplazione di fronte all’immagine del Crocifisso; egli reca sul petto la figura del giglio perché si narra che questo spuntò dal suo cuore quando la sua anima volò in Cielo. Il terzo a destra raffigura il proto-martire S. Stefano, in atto di raccomandare a Dio sé e i suoi lapidatori.
Entrati all’interno della Chiesa colpisce la vista il prezioso soffitto di legno ornato con grandi e piccoli rosoni dorati (su disegno della Basilica di S. Maria Maggiore di Roma), opera del celebre falegname Rosso Filippo. I rosoni del soffitto sono opera dello svizzero Cantone, su progetto dell’ing. Comm. Amedeo Peyron. Dalla maestosità e ricchezza di questo soffitto a fiorami di legno, filettato in oro, lo sguardo si posa sui capitelli dorati delle colonne e sulle numerose lesene.
Da notare sulle pareti laterali della navata centrale i 14 pregiati affreschi del Morgari rappresentanti i momenti più espressivi della vita terrena di Gesù Cristo e la sua passione.
Inferiormente si sussegue una fila di quadri ad olio su tela, separati dagli affreschi superiori mediante un bel cornicione anch’esso dorato, con rispettiva ringhiera in ferro battuto, con disegno a volute. Osservando gli affreschi, possiamo ammirare un dipinto del Camuzzi con San Girolamo profondamente intento con l’animo e la mente nella lettura e meditazione sui libri divini.
Seguono i quadri rappresentanti S. Agostino mentre parla dolcemente con un bimbo sulla spiaggia; il martire S. Lorenzo, e questo è 1’unico quadro superstite dell’antica parrocchia che fu distrutta; l’evangelista S. Luca; l’Arcangelo S. Michele, mentre caccia dal Paradiso con la spada fiammeggiante il superbo Lucifero.
Spostandosi verso l’altare: il primo quadro che possiamo osservare rappresenta l’Angelo Custode mentre cerca di proteggere un fanciullo tentato dal demonio; seguono gli evangelisti S. Marco e S. Matteo. I quadri raffiguranti l’Arcangelo S. Michele e l’Angelo Custode sono opere attribuite a Guido Reni.
Spostandosi nella navata laterale destra e partendo dall’ingresso, il primo altare che s’incontra è consacrato a S. Luigi. Si può osservare un bel dipinto di questo Santo con alla sua destra l’immagine del martire S. Sebastiano e alla sua sinistra quella di S. Rocco; segue un secondo altare consacrato a S. Giuseppe con l’immagine dipinta ad olio del Santo agonizzante assistito da Gesù e Maria.
Sotto il piano di quest’altare, in un’apposita urna, è custodito il corpo del martire S. Valentino che fu donato da Sua Em. il Cardinale Bottiglia Luigi dei Conti di Savoulx d’illustre famiglia di Cavour al Teologo Pollano nel 1833. Nominato Cardinale di Santa Romana Chiesa, ottenne dal Sommo Pontefice Gregorio XVI la reliquia di S. Valentino; nel 1833 spediva a Cavour la cassa munita dei sigilli dell’autorità ecclesiastica, e nel farne nobile dono alla Chiesa parrocchiale, lasciava così una preziosa memoria a Cavour, sua patria.
Infine, segue un terzo altare consacrato alla Beata Vergine del Carmine, che vi è raffigurata in un bel dipinto ad olio con a destra l’immagine di S. Teresa e a sinistra quella di S. Elisabetta.
Soffermandosi tra l’altare maggiore e la navata laterale di sinistra si incontra un’opera graziosa e fine, la statua della Madonna, pronta ad accogliere sotto la sua protezione il paese di Cavour.
Nel 1904 il Vicario Monsignor Arato, ricorrendo il cinquantenario della definizione del Dogma dell’Immacolata Concezione, fece costruire il magnifico tempietto in marmo, con artistici fregi, perché l’Immacolata ricevesse un culto particolare in questa chiesa che per tanto tempo era stata dedicata a Lei. Il tempietto è chiuso da una graziosa cancellata. Il disegno di questo monumento è dell’ingegner Cav. Peyron; il creatore dell’opera è il già citato Sassi.
Spostandosi nella navata laterale di sinistra, il primo altare che si incontra a partire dalla sacrestia, è consacrato alla Beata Vergine del Rosario.
Sopra l’altare, in un’elegante nicchia, si può ammirare 1’effigie della Madonna con il Bambino Gesù, in legno dorato, cui fanno corona i 15 piccoli misteri del Santo Rosario. Questi, con le rispettive cornici che si concatenano a vicenda sono opera del celebre Moncalvo.
Procedendo, il secondo altare che si incontra è consacrato a S. Antonio abate. Le icone di quest’altare, come di quello di S. Luigi, S. Giuseppe e la Madonna del Carmine, sono opera del Buccinelli; gli ornati delle rispettive icone di S. Luigi, della Madonna del Carmine, della Vergine Beata del Bambino Gesù (da non confondere con la Madonna del Rosario) sono opere pregiate dello svizzero Pietro Cantone.
Nel terzo altare, il più pregiato fra tutti, si può ammirare un famoso trittico con la Madonna col Bambino che porge l’anello per lo Sposalizio mistico a santa Caterina, S. Agnese e S. Lucia. Lo scomparto centrale della pala lignea, con la Madonna col Bambino, era attribuito a Defendente Ferrari, ma ora è considerato opera di Gerolamo Giovenone. Invece, l’immagine di S. Agnese a destra e quella di S. Lucia alla sinistra, sono state ricopiate da opere di Defendente Ferrari dall’eccellente pittore lombardo dell’800, Eugenio Buccinelli, a cui si devono altri citati dipinti all’interno della chiesa. Il trittico, nella sua parte centrale è stato restaurato una prima volta negli anni ’50 del XX secolo con interventi lunghi e delicatissimi che hanno permesso di salvaguardarne al massimo l’autenticità, assicurando al meglio la durata del dipinto nel tempo. Un ulteriore restauro è avvenuto negli anni ’80 del Novecento; l’ultimo e l’ultimo nel 2017, da parte del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.
Il trittico conservato nella Parrocchiale di S. Lorenzo di Cavour è in parte proveniente dalla parrocchiale di Avigliana, precisamente dalla chiesa degli Umiliati, ora scomparsa. La pala centrale infatti, raffigurante la Madonna con Bambino e santa Caterina denominata “Madonna del Consorzio”, era stata data in dono con autorizzazione della Curia, al teologo Vignolo Giovanni Maria in occasione del suo trasferimento come vicario foraneo dalla parrocchiale di Avigliana a quella di Cavour nel 1860. Ciò in riconoscimento dell’opera da lui svolta a salvaguardia dei dipinti del pittore chivassese raccolti nella locale chiesa di S. Giovanni.
Nella chiesa di San Giovanni ad Avigliana sono rimasti i pannelli laterali e le tre scene della predella, opera di Defendente Ferrari, vedi: SCHEDA, con anche la ricostruzione del trittico in mostra a Torino nel 2017.
Ma, volendo approfondire la vicenda, le fonti locali riportano che il trasferimento a Cavour della pala centrale di quella pregevole opera, che a quel tempo era però ritenuta dalla scuola di Macrino d’Alba, suscitò negli esperti d’arte aspre reazioni e fu addirittura bollato come “atto vandalico”; il fatto fu in seguito denunciato anche alle competenti Autorità ed il Prefetto di Torino, in data 6 maggio 1879, intimò a don Vignolo di restituire immediatamente il quadro che aveva portato con se a Cavour.
Il sacerdote rispose con una lunghissima lettera, dove espose dettagliatamente tutti i numerosi lavori che aveva fatto eseguire ad Avigliana, alcuni anche a sue spese, sia per la chiesa che per l’adiacente casa parrocchiale, soffermandosi in particolare anche sui preziosi quadri che furono da lui stesso recuperati. E per quanto riguarda il trittico in questione, egli precisò che le sue varie componenti erano in effetti da ormai molto tempo sparse in diversi luoghi della parrocchia, in parte anche tagliate, e che la ricomposizione del trittico stesso fu proprio da lui voluta, senza però immaginare che la Madonna esposta in una sala della casa parrocchiale ne facesse parte.
Per farla breve, quando lui si trasferì a Cavour quel quadro, che come detto era da lui ritenuto a sé stante, gli venne ufficialmente assegnato dal Vicario Generale della Arcidiocesi di Torino, che allora aveva quei poteri sulle opere d’arte, a parziale compenso delle ingenti spese, ammontanti a ben ventiduemila lire, da lui personalmente sostenute per la parrocchia di San Giovanni.
Nella riproduzione del relativo carteggio, risalente come già accennato al 1879, non c’è l’eventuale seguito, ma è facile indovinare la conclusione di quella diatriba, dal momento che il quadro conteso è rimasto esposto nella chiesa parrocchiale di Cavour.
Spostandosi quindi ad osservare il Battistero della Chiesa parrocchiale, sono da notare, i pregiati stucchi opera del savonese Antonio Brilla raffiguranti Gesù Cristo e Giovanni Battista mentre lo battezza. Da considerare la vasca in marmo con 1’arma dei Racconigi, con la data XI agosto MDXLV; il vaso per 1’acqua battesimale è un regalo di Bernardino I da Racconigi, capostipite di Casa Savoia. La cancellata in ferro fu tanto ammirata dal conte commendatore Baudi, sopraintendente generale delle gallerie e dei musei moderni del Piemonte e della Liguria, che affermò che per la sua ricchezza meritava di essere collocata o in un museo o in una reggia.
Tornando indietro ed avvicinandosi al presbiterio, si possono osservare sul frontone del grande arco soprastante l’altare un grande crocifisso in legno fiancheggiato da due angeli.
Ai due lati dello stesso presbiterio si trovano due dipinti rappresentanti: uno l’Assunzione di Maria Vergine al Cielo, e 1’altro la discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli.
Sempre ai lati dell’altare maggiore agli inizi del Novecento si potevano osservare i dipinti ad olio raffiguranti papa San Gregorio Magno e Gesù Cristo indicato da Pilato.
Questi e gli altri dipinti rappresentano le otto cappelle delle singole frazioni di Cavour. Ovvero: i dipinti di S. Giacomo, dell’Arcangelo S. Michele, di S. Antonio e di S. Agostino rappresentano le rispettive cappelle omonime, mentre quello della Beata Vergine col Bambino Gesù rappresenta le Cappelle del Bosco e Babano; quello di Maria Vergine Assunta in Cielo rappresenta la Cappella di Gemerello; quello di S. Gregorio Magno rappresenta la Cappella delle Cursaglie.
L’altare maggiore, che è in marmo policromo pregiato, fu regalo di Monsignor Vignolo e venne copiato dal disegno dell’altar maggiore della Chiesa dell’Annunziata di Genova dal valido scultore ligure Montarsolo, autore anche degli altari consacrati a Maria Vergine con Bambino e a S. Luigi.
È collocato in un vano di quattordici metri ricavato al fondo della navata centrale e sormontato da un arco sul quale è disposto un pregevole crocifisso.
Sopra l’altare maggiore si può ammirare nella cupola ovale la gloria del martire S. Lorenzo, affresco del già citato Luigi Morgari.
Ai due lati del coro, si trova un gruppo di bassorilievi in scagliola, il cui autore è il noto scultore Brilla di Savona, rappresentanti, presso la cupola ovale ed il crocefisso su bassorilievi decorativi, lo sposalizio di Santa Maria Vergine con S. Giuseppe e la Cena del Signore.
In fondo allo stesso coro, si può ammirare una grande icona divisa in tre parti, la quale vuol rappresentare la Chiesa universale: nel mezzo, tra le braccia di Maria Vergine il fondatore e capo della Chiesa, Gesù Cristo, alla sinistra il suo successore San Pietro, e alla destra il protettore della Parrocchia di Cavour, il glorioso martire San Lorenzo.
Alla destra della Madonna, e più precisamente nella seconda parte si può osservare l’immagine di S. Paolo, l’Apostolo delle genti, e alla sinistra della Madonna, nella terza parte, il protettore della Diocesi torinese San Giovanni Battista mentre addita a Papa Sisto il Bambin Gesù.
L’autore di questo triplice dipinto è ancora il Buccinelli; gli ornati il legno sono opera dello scultore Castagno che li ricopiò dalla facciata del Duomo di S. Giovanni in Torino.
A destra dell’altar maggiore si trova l’altare del Crocifisso (in marmo nero, giallo, verde e rosso molto appropriato alla Passione di Nostro Signore) che è opera del Sassi. Il gruppo di statue in scagliola rappresentante Gesù assistito da Maria Santissima e dall’Apostolo prediletto S. Giovanni, è invece opera del famoso Brilla; gli ornati di questa cappella sono del Paracchini. Questa cappella fu fatta costruire da Monsignor Teologo Bernardo Arato.
Infine, molto ammirato è l’altare del Sacro Cuor di Gesù, in pietra serena.
La Cappella del Sacro Cuore di Gesù, di stile rinascimentale trattato modernamente, fu eseguita dal Sassi e dal Paracchini su disegno dell’ingegner cav. Emanuele Peyron; le colonne sono in marmo giallo di Vicenza. Figura essere una delle cappelle più belle della Chiesa ed è 1’opera più appariscente voluta da Monsignor Arato. Lasciata andare un po’ in degrado negli anni passati, sono stati avviati i restauri in occasione del XXV anno di sacerdozio di don Mario Ruatta, parroco di Cavour.
Dall’altare del Sacro Cuore attraverso un corridoio stretto e buio si accede alla nuova sacrestia, un grande locale fatto costruire dal Teologo Carlo Filippi, proveniente dalla Parrocchia di S. Maria di Racconigi, che fu per 21 anni Vicario di Cavour. Entrando nella sacrestia, si possono ammirare dipinti su tela ad olio rappresentanti parroci o vicecurati santi, cioè: S. Eusebio, S. Aventino, S. Ivone, il beato Oddino, Nicola Papelio, Leonardo Vechellio, Florino, Wolpoldo, fatti dipingere nel 1823 dal Tesio e donati dal Teologo Giuseppe Pollano alla Parrocchia.
Gli ornati di stucco che ricoprono con gusto le pareti sono stati eseguiti dai fratelli svizzeri Quadri; la doratura dal biellese Pietro Panizza; 1’organo dalla ditta Barchietti di Torino; il pavimento della Chiesa è in legno di rovere, le vetrate sono opera dell’ing. Emanuele Peyron.
Rilevatore: Marco Invrea
Bibliografia:
– Anselmo Nuvolari Duodo, Contributi alla riscoperta ottocentesca di Defendente Rerrari: restauri e ricomposizioni tra Avigliana e Cavour, in Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Nuova Serie LXV – LXVI – LXVII – LXVIII 2014 – 2017, pagg. 97 – 126 e 8 imm.