CIRIE’ (TO). Chiesa di S. Giuseppe, “Madonna assunta”

Durante la terribile peste del 1630-1631, la popolazione di Ciriè fece voto di edificare un ospedale, se fosse riuscita a superare la terribile epidemia. Nell’anno successivo, mancando i fondi necessari per l’edificazione dell’ospedale, si decise di procedere alla costruzione di una chiesa, che, terminata nel 1647, venne dedicata a San Giuseppe. Tipico esempio di architettura della Controriforma, la chiesa, a navata unica, custodisce al suo interno diverse opere di pregio. Sul lato destro del presbiterio si apre la cappella feriale nella quale spicca una bella pala d’altare attribuita a Defendente Ferrari. Era precedentemente custodita nella chiesa di S. Maria delle Grazie del convento agostiniano, eretto nel 1483, chiuso nel 1798 con successiva spoliazione e demolizione. Alcune opere tolte dal convento furono distribuite tra  la chiesa di S. Giuseppe e il duomo di San Giovanni (pala della “Madonna del popolo” vedi scheda).

Ancona lignea, 205 x 280 cm rappresentante l’Assunzione tra i santi Martino e Giovanni Battista che fu commissionata dai mercanti di lana di Ciriè nell’anno 1516, come si rileva dalle scritte sull’urna della Madonna e al centro della predella: “Hoc opus feceru(n)t fieri mercatores lanor(um) Ciriaci 1516”. Incorniciati da una grande arcata stanno le figure, a sinistra, di s. Giovanni battista e, a destra, di san Martino che sta dividendo il suo mantello col povero.

Al centro, in basso, il sepolcro della Vergine su cui è incisa la data 1516 e la frase “Que est ista que progreditur quasi aurora?”; intorno, in vesti a vivaci colori, gli Apostoli e alcuni di essi guardano il roseto fiorito sul fondo della tomba. La Madonna, nel suo manto blu, è portata in cielo da un nugolo di angeli e Gesù scende a incoronare la Madre.

La bella cornice originale ospita nella parte alta due tondi con l’Annunciazione: a sinistra l’Arcangelo e a destra la Vergine, a mezzobusto.

La predella presenta, negli zoccoli delle lesene, a mezza figura: san Ciriaco (a sinistra col pastorale) e s. Nicola da Tolentino (a destra, col saio degli Agostiniani).
Nel pannello laterale sinistro la Morte della Vergine; a destra la Sepoltura della Vergine, con la leggenda del soldato che perse le mani per aver tentato di profanare le sacre spoglie.

 

Bibliografia:
Viale V., Gotico e Rinascimento in Piemonte (catalogo della mostra), Città di Torino, Torino 1939, p. 84

Rilevatore: Angela Crosta